10 Novembre 2016

Un’annata difficile, ma l’olio buono c’è

Mentre in ogni regione d’Italia le operazioni di raccolta delle olive sono ormai a buon punto – ma non così frenetiche come ci si aspetterebbe in questo momento dell’anno, e vedremo il perché – noi abbiamo rubato qualche minuto ai produttori che collaborano con LSDM per farci raccontare come si preannunciano i loro prodotti (naturalmente, si tratta per lo più di anticipazioni in prospettiva perché gli oli in genere hanno bisogno di qualche tempo per stabilizzarsi e raggiungere il profilo sensoriale pressoché definitivo) e come vanno le cose dalle loro parti, dalla Toscana alla Puglia.

Dopo l’annata disastrosa del 2014 che sconvolse mercato e produttori con quantità dimezzate e prezzi alle stelle, infatti, e dopo un 2015 relativamente felice – con quantità tornate nella media e una qualità diffusa soddisfacente, con punte di eccellenza – anche il 2016 purtroppo non è un anno fortunato per l’olivicoltura italiana, e dell’area del Mediterraneo in generale.

Una primavera umida e piovosa ha infatti causato problemi di allegagione (la fase iniziale dello sviluppo dei frutti successiva alla fioritura) e quindi una scarsa presenza di olive sugli alberi in molte zone d’Italia. A questo va aggiunto un forte attacco di mosca olearia in un periodo insolitamente precoce (Giugno) che ha praticamente “svuotato” molti alberi. E come se non bastasse è arrivata anche la pioggia a rendere difficoltose le operazioni di raccolta. Insomma, anche quest’anno l’olio extravergine di qualità sarà poco.

Riguardo all’allarmismo sui prezzi in aumento, ci sono opinioni diverse: secondo Marco Scanu di Dievole, ad esempio, probabilmente non saliranno di troppo i prezzi al consumatore finale, mentre scenderanno i margini per i produttori: “La crisi dell’olio si sentirà soprattutto a metà anno – prevede – quando le scorte di olio di qualità finiranno; allora forse si vedranno anche aumenti di prezzo sullo scaffale”.
La pensa diversamente Savino Muraglia: “Adesso i prezzi delle olive e dell’olio all’ingrosso sono altissimi ma probabilmente verso Marzo-Aprile precipiteranno; l’unica arma sarà la differenziazione, avere un prodotto di qualità. Io, per esempio, ho deciso di puntare sul biologico certificato nonostante l’annata difficile, anzi proprio per questo”.
Resta comunque ottimista Maria Provenza del Frantoio Torretta: “Sicuramente i prezzi delle olive sono più alti rispetto al solito, e la scarsità di prodotto unita al fatto che molti olivicoltori in Puglia stanno vendendo le olive invece di fare il loro olio, falsa un po’ il mercato. Però secondo me quest’anno siamo più preparati rispetto al 2014; quell’annata disastrosa ha fatto un po’ da apripista”.

In ogni caso, niente paura: c’è chi ha lavorato bene ugualmente, un po’ per la fortuna di trovarsi in zone “riparate” ma soprattutto perché è stato attento e previdente in campo e in frantoio. Insomma, l’olio buono c’è e la cosa migliore è acquistarlo da produttori di fiducia.

di Luciana Squadrilli

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