26 Luglio 2016

Come l’olio sulla pizza. Dievole ospita la presentazione de La Buona Pizza

Martedì 19 luglio Dievole – che oltre ad essere un’azienda produttrice di vino e olio extra vergine d’oliva, nella storica tenuta nel Chianti Classico propone anche ospitalità e ristorazione in un meraviglioso wine resort – ha accolto la presentazione del libro La Buona Pizza, scritto per Giunti Editore da Tania Mauri e da Luciana Squadrilli con le belle foto di Alessandra Farinelli.

Cosa c’entra un produttore di olio e vino con la pizza? Probabilmente molto più di quanto si potrebbe pensare, tanto che proprio Dievole è tra gli sponsor del libro insieme ad altre tre aziende produttrici o selezionatrici di eccellenze del made in Italy: il Caseificio Il Casolare, GMA con L’Orto di Lucullo e I Sapori di Corbara e Birra del Borgo.

L’olio extravergine di qualità, infatti, trova – abbastanza inaspettatamente, bisogna ammetterlo – sempre più spazio in pizzeria; naturalmente, anche in questo caso parliamo di una fascia alta ma non dimentichiamo che fino a pochi anni fa l’olio veniva considerato come uno degli ultimi ingredienti per ordine di importanza sulla pizza, a sua volta non esattamente un piatto “di ricerca”. Negli ultimi anni le cose sono cambiate tantissimo, e tra i prodotti a cui i pizzaioli prestano maggiore attenzione – oltre all’impasto che fa da base alle loro pizze – c’è proprio l’extravergine.

Così, non è raro vedersi portare a tavola – anche in pizzeria! – la bottiglia di (buon) olio con cui “ultimare” la pizza dopo l’uscita da forno; o trovare giovani pizzaioli (come è successo di recente a Roma alle “selezioni” Nord, Centro e Sud di Pizza Chef Emergente, la sfida organizzata da Luigi Cremona e Lorenza Vitali) che portano con sé anche il “loro” extravergine d’elezione, spesso locale, per condire le proprie pizze in gara contribuendo da definire la loro “identità”, quando probabilmente fino a pochi anni fa ci si sarebbe accontentati di quello che si trovava sul bancone; o ancora, addirittura di trovare locali che fanno una vera e propria selezione tra la produzione olearia nazionale per poter meglio condire le pizze in base a ingredienti e composizione, proponendo le etichette prescelte anche in assaggio al tavolo. È il caso, ad esempio, dei Fratelli Salvo a San Giorgio a Cremano e pure dei diversi locali ‘O Fiore Mio in Emilia Romagna, citati anche nel libro e non a caso chiamati a proporre le loro pizze al pubblico intervenuto alla presentazione da Dievole.

Alcune delle pizze preparate

Alcune delle pizze preparate

Matteo Tambini, uno dei due soci di ‘O Fiore Mio, ha dunque assaggiato insieme a Marco Scanu tutti gli oli di Dievole e ha scelto quelli secondo lui più congeniali alle pizze che lui, Davide Fiorentini e il giovane pizzaiolo Indrit hanno cotto nel bellissimo forno a legna della tenuta, un tempo probabilmente usato per la cottura “comunitaria” del pane di tutto il borgo e per la prima volta usato anche per la pizza: per quella con burrata e prosciutto di Parma – e pure per la Bufalina, con il pomodoro corbarino e la mozzarella aggiunta a crudo degli altri produttori-sponsor, presenti anche loro – Matteo ha scelto il blend 100% Italiano, olio equilibrato ed elegante ottenuto da olive di Leccino, Coratina, Peranzana e Ogliarola provenienti dalle olivete di Puglia e Basilicata. Con la pizza Dall’Appennino al Vesuvio (un viaggio lungo l’Italia, con fiordilatte, pomodoro del piennolo, scalogno di Romagna, sale marino artigianale di Cervia e Parmigiano Reggiano 24 mesi) ha scelto invece l’extravergine Dop Chianti Classico, un blend di Frantoio e Moraiolo dal carattere più deciso.

Ad accompagnare la degustazione di pizze c’erano i prodotti dell’Orto di Lucullo, mozzarella e ricotta di bufala del Casolare, le birre di Birra del Borgo, i vini e gli oli extravergine di Dievole e anche la buonissima pannacotta con olio di Coratina e fiore di finocchietto cristallizzato preparata da Monika Filipinska, la brava chef del Ristorante di Dievole.

Il libro La Buona Pizza e la pannacotta di Monika Filipinska

Il libro La Buona Pizza e la pannacotta di Monika Filipinska

Riuscitissimi gli abbinamenti, così come tutta la serata che ha fornito uno spunto ulteriore di riflessione sul parallelo tra pizza ed extravergine: in entrambi i casi, si tratta di due “prodotti” simbolo del made in Italy ma troppo a lungo dati un po’ per scontati e relegati ai grandini più bassi del mondo enogastronomico italiano. Entrambi, invece, negli ultimi anni hanno saputo fare passi da gigante diventando spesso elementi trainanti e fondamentali del nostro patrimonio alimentare, grazie soprattutto al lavoro di artigiani appassionati che hanno saputo unire due componenti imprescindibili: da un lato lo studio, la ricerca, la continua “innovazione tecnologica” (che si tratti di processi di estrazione o di metodiche di lievitazione e cottura), dall’altro il legame con la tradizione e il territorio e il grande valore “identitario” che accomunano il buon extravergine e la buona pizza.

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