15 Dicembre 2016

“Impegnarsi al Sud per trasformare la crisi in opportunità e lasciarsi alle spalle l’assistenzialismo” Intervista a Giuseppe Melara direttore di Formamentis

La pizzeria Ober Mamma – raccontata da Luciano Pignataro qui – che ha accolto da location perfetta la trasferta parigina di LSDM – Le Strade della Mozzarella, fa parte del gruppo Big Mamma che ha aperto, nella Ville Lumiére, tre ristoranti ed una caffetteria; parliamo di una realtà imprenditoriale concreta che proponendo pizza e cucina italiane, dà impiego a 185 giovani italiani, arrivati perlopiù dal Sud, età media che non supera i 27 anni.

Alla trasferta ha partecipato anche Giuseppe Melara, fondatore e direttore di Formamentis, ente di formazione e agenzia per il lavoro; con lui parliamo delle nuove tendenze europee del mercato occupazionale.

la masterclass della tappa parigina di LSDM tenuta da Ober Mamma

– Che riflessione le ha suscitato la realtà di Ober Mamma?

“C’è un’energia enorme sia nella brigata ai fornelli che nella squadra in sala; li ho visti al lavoro in un doppio servizio, sono aperti a pranzo e a cena, hanno sempre tutto prenotato e ho subito pensato: ecco cosa significa leggere il cambiamento, interpretarlo, agire per cogliere le opportunità. Dove il cambiamento è in Italia, la radicale trasformazione dell’accesso al mercato del lavoro in cui il posto non è più uno e per tutta la vita. Dove l’interpretazione significa dotarsi di competenze e strumenti adatti alla rivoluzione in corso. Dove agire significa compiere azioni coerenti per una realizzazione lavorativa in piena autonomia. Dove fare un’esperienza, lavorare e vivere di questo sottintende anche lasciare l’Italia e le sue arretratezze mentali e culturali”.

– Squadernato così sembrano i fogli del libro dei sogni che contrappone l’eterna frustrazione del sistema italiano alla modernità degli altri paesi europei, eppure abbiamo tante risorse, come sfruttarle?

“Abbiamo un patrimonio che il mondo ci invidia: tanti prodotti tipici che non solo rappresentano la storia e la cultura del nostro territorio ma hanno sviluppato competenze, capacità, mestiere, know-how. Un prodotto porta con sé una sapienza che non è una semplice conoscenza formale. La sfida che la complessità globale ci richiede è difendere, promuovere questo patrimonio sostenendo le realtà produttive che lavorano bene e che propongono prodotti di qualità. La mission delle Strade della Mozzarella è questa e il successo nazionale e dei tour nelle città europee ce lo conferma ogni volta”.

– In che modo Formamentis accompagna le nuove esigenze del mercato del lavoro?

“Dario Cavaliere, 26 anni, ha frequentato il nostro corso per diventare casaro, oggi lavora nel caseificio della Conad; la sua traiettoria ci racconta il modello su cui puntiamo: individuare i settori in cui serve manodopera altamente specializzata in questo caso la produzione casearia è l’espressione stessa di molti territori del Sud, fare un investimento formativo, creare accompagnamento e connessione con le aziende.
Un’altra delle nostre azioni è il progetto Erasmus Plus con il quale quest’anno abbiamo dato opportunità di tirocinio lavorativo e formazione a 400 neo diplomati nei settori food, accomodation e business inviati in Inghilterra, Irlanda, Spagna, Belgio, Francia e a Malta. Sono ragazzi originari della Campania, Calabria, Puglia, Emilia Romagna, Toscana; per il 2017 ne invieremo 700, l’esperienza ci dice che su 3, 1 rimane fuori per un lungo periodo, 1 per meno tempo, 1 rientra in Italia”.

– Anche negli anni Duemila si ripropone il fenomeno dell’emigrazione del Novecento?

“Se diamo questa lettura così negativa rischiamo di non stare al passo con i tempi, con il nostro tempo. E’ vero, in questa fase di crisi globale ci si sposta di più, il nostro impegno deve essere leggere nella crisi le opportunità e operare per favorire occasioni di sviluppo, in questo il privato imprenditoriale può fare molto, il problema soprattutto al Sud è l’intervento pubblico, per superare l’approccio assistenzialista lo Stato deve programmare ma non deve operare perché la burocrazia supera l’utilità degli strumenti in campo. La burocrazia è una zavorra e paralizza i processi, distrugge e non crea”.

– Gli attori sociali devono fare sistema e il singolo che cosa può fare?

“Tutti dobbiamo fare uno sforzo di apertura, viviamo in un tempo in cui la paura rischia di paralizzarci: temiamo il cambiamento, il terrorismo, cambiare città, lavoro, orizzonte ci spaventa. Anche in questo Ober Mamma è un ottimo esempio: si trova a pochi passi dal Bataclan, al momento della strage avevano aperto da pochi mesi; staff e locale rischiavano di essere sopraffatti dalla drammaticità, invece è uno dei luoghi della reazione, i giovani parigini ci vanno per l’aperitivo, il pranzo, la cena, lo staff guidato dallo chef executive Ciro Cristiano ha continuato a servire vino, cucinare pasta, infornare pizze.

“Quel che serve – conclude Giuseppe Melara – invece è guardare alle risorse che abbiamo come sistema economico, comunità e persone. Se penso di essere una risorsa e non una vittima da assistere, il mio punto di vista è sicuramente più costruttivo. In questa ottica anche partire potrebbe voler dire anche tornare per riportare, nel mio luogo di origine, ricchezza ed esperienza”.

di Laura Guerra

Nell’immagine di copertina, Giuseppe Melara è con Barbara Guerra ed Enzo Vizzari

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