7 Novembre 2016

I grandi fritti italiani, cavallo di battaglia di Gaetano e Pasquale Torrente e Arcangelo Dandini, protagonisti a Parigi

Il fritto italiano è una delle preparazioni gastronomiche più apprezzate al mondo. Non parliamo solo di un modo di cucinare ma di un vero e proprio rito popolare che, in passato, era destinato a sfamare la popolazione più povera. A Napoli, ad esempio, tale modo di consumare le pietanze era già diffuso nel 1800 e scaturiva dalla necessità di assicurarsi il pasto quotidiano con ciò che si aveva a disposizione. Con pochi mezzi e tanta creatività, la gente riusciva ad ottenere piatti davvero appetitosi. Oggi è possibile realizzare un’ottima frittura innanzitutto grazie alle indiscusse capacità dei cuochi e poi grazie alla qualità dei prodotti utilizzati e, in particolar modo, l’olio, fondamentale per ottenere fritti croccanti, gustosi e asciutti.

Grandi protagonisti di questa edizione a Le Grand Tasting “Le festival des meilleurs vins” -che ospiterà, anche quest’anno, l’edizione parigina di LSDM- saranno raccontati ed elaborati da chef che proprio dei fritti hanno fatto il loro cavallo di battaglia: Gaetano e Pasquale Torrente e Arcangelo Dandini.

 

Gaetano e Pasquale Torrente

Gaetano e Pasquale Torrente

Gaetano e Pasquale Torrente

La storia di Gaetano, il figlio, e Pasquale, il padre, con l’arte della frittura, è lunga. A partire dalla prima rosticceria di Nonna Gilda al ristorante Al Convento passando per “La Cuopperia“, la prima friggitoria a Cetara, in costiera amalfitana, replicata in Eataly in Italia e all’estero.

“O’Cuopp” è il nome della confezione di carta in cui viene servita la frittura ed è il simbolo del cibo di strada napoletano.

Gaetano e Pasquale sono una vera e propria istituzione con i loro fritti. Da sempre attenti a selezionare i migliori ingredienti con particolare attenzione all’olio ad alto contenuto di acido oleico, escludendo l’olio di palma.

Il motto di Pasquale è “Friggo anche te!”. La grande arte di friggere, unita alla capacità dei cuochi di rendere attuali le antiche ricette, rendono questa coppia due grandi protagonisti della cultura gastronomica italiana.

 

Arcangelo Dandini

Arcangelo Dandini

Arcangelo Dandini

Arcangelo appartiene ad una famiglia di ristoratori da quattro generazioni. Dopo il liceo, anche lui decide di dedicarsi al mestiere di famiglia.

La parentesi milanese, al fianco di Aimo Moroni, gli consente di comprendere l’importanza primaria della qualità che traspare nei suoi piatti appartenenti alla tradizione romana ma elaborati con tecniche al passo con i tempi.

Il ristorante l’Arcangelo non è il suo unico impegno. La grande passione per il fritto italiano lo ha portato a realizzare un sogno dal nome “Supplizio”, una sorta di friggitoria che serve cibo da strada – per anni, amato compagno delle abitudini dei romani – preparato con cura e attenzione, proprio come al ristorante.

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