10 Novembre 2016

Annata 2016 Olio d’oliva – San Salvatore 1988

Abbiamo parlato con Alessandro Leoni, enologo e oleologo dell’azienda di Peppino Pagano che oltre ai vigneti ha anche degli oliveti biologici a Stio, nell’entroterra cilentano. “Come sempre, la situazione è a macchia di leopardo – spiega Leoni – ci sono delle vere e proprie “oasi felici” mentre altrove non ci sono olive per nulla o, se ci sono, sono di cattiva qualità. Noi ci siamo salvati perché i nostri oliveti sono a 600 m.s.l.m. e lì ci sono meno problemi di mosca”.

Le zone a ridosso del mare invece, spiega Alessandro, hanno risentito molto non solo degli attacchi di mosca ma anche dell’umidità e delle piogge durante l’allegagione, che nel complesso hanno praticamente distrutto gran parte dei frutti e hanno comunque inciso negativamente sulla qualità. Ma chi ha lavorato bene, con piani di controllo e di difesa intelligenti, è riuscito comunque a gestire la situazione e a portare a casa un risultato buono, anche se esiguo.

“Noi coltiviamo tutto in biologico, ma essendo fuori dall’area di attacco abbiamo avuto molti meno danni. Abbiamo comunque deciso di anticipare la raccolta anche a discapito della resa per salvaguardare l’integrità delle drupe”. I primi assaggi danno ragione: “Gli oli ottenuti dalle prime lavorazioni sono molto buoni, il nostro blend di Frantoio, Leccino, Moraiolo e un po’ di Ogliarola ha un bel fruttato intenso dalle note di carciofo ed erba fresca e anche qualche insolita sfumatura floreale molto interessante”.

Quest’anno, ci spiega ancora Leoni, l’intenzione era di fare anche una sorta di cru, mantenendo lo stesso blend ma con olive raccolte anticipatamente e in un singolo appezzamento ancora più in alto degli altri, certificato Dop, da cui ricavare un extravergine dal quadro olfattivo più intenso e particolare: “L’intenzione sarebbe appunto di etichettarlo a parte, come Dop. Ma vedremo come vanno le cose. Per ora è tutto nel pentolone a bollire”, chiude scherzando Alessandro.

di Luciana Squadrilli

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