10 Novembre 2016

Annata 2016 Olio d’oliva – Dievole

L’azienda del Chianti Classico, la cui produzione di olio è guidata dall’esperto oleologo Marco Scanu, ha un frantoio all’avanguardia in Toscana dove vengono molite le olive provenienti dagli oliveti della zona, ma anche quelle che arrivano dai campi gestiti in proprio o da coltivatori di fiducia in Puglia e Basilicata. Un ottimo “punto d’osservazione”, dunque, per capire come stanno le cose da Nord a Sud. “Sicuramente ci sarà un forte calo di produzione rispetto allo scorso anno – conferma Scanu – in alcune zone fino al 50% in meno. La Toscana invece è in controtendenza, con un aumento di produzione rispetto al 2015 ma con seri problemi di mosca in molte zone; questo vuol dire livelli di acidità molto alti che quindi, di fatto, riducono i quantitativi di olio extravergine di qualità effettivamente disponibili. Per quanto riguarda le nostre olive toscane siamo molto soddisfatti, pur non avendo raggiunto le punte di qualità dello scorso anno per alcuni appezzamenti, la qualità media delle olive è invece superiore: questo ci consentirà di avere delle partite di olio Igp Toscano e Dop Chianti Classico piuttosto omogenee e di un livello molto buono”.

In altre zone d’Italia la situazione è più difficile; in generale la fascia adriatica, ci spiega ancora Scanu, è stata molto colpita dalla mosca, e in particolare il biologico. “Si salvano soprattutto gli oliveti della Puglia, ma quelli che lavorano con agricoltura convenzionale: chi è stato bravo e ha saputo fare i trattamenti necessari al momento giusto è riuscito ad avere delle belle olive, ma i prezzi stanno andando alle stelle: per un prodotto di alta qualità si arriva anche a 100 euro al quintale, cifre mai viste prima. Per la gran parte dei casi, si vedono invece olive rovinate dalla mosca o molto mature, che raggiungono comunque prezzi molto alti”.

Per documentare la situazione e probabilmente per tranquillizzare clienti e consumatori di fronte alle notizie allarmanti che stanno iniziando a trapelare, Marco Scanu sta postando sul suo profilo Facebook foto e video della raccolta in Puglia e Basilicata per Dievole: immagini rassicuranti, con splendide olive ancora verdi e sane. “Si, per esempio le olive di Coratina che abbiamo raccolto a Cerignola sono bellissime, si vede che sono state seguite da gente molto attenta. Può essere fortuna o bravura ma in ogni caso il prodotto c’è, anche se poco. Buona ma poca anche la Nocellara, che raccogliamo in Basilicata, ma questo era un anno di scarica. Diciamo che noi riusciremo a fare ottimi prodotti e a rispettare gli accordi commerciali già presi con i nostri clienti ma questo non sarà in generale un anno di crescita e di espansione visto che il prodotto è poco. In situazioni del genere la regola aurea è di non fare troppo stock, anche perché l’olio potrebbe avere qualche problema sul lungo periodo. Meglio concentrarsi sulla qualità e consolidare il proprio mercato. Noi per esempio abbiamo fatto una grande selezione anche all’interno delle nostre olivete, se le olive non ci convincevano non le abbiamo raccolte, rinunciando alla quantità per salvaguardare la qualità. Un’altra cosa molto importante, ancor più del solito, è filtrare immediatamente l’olio per eliminare anche eventuale presenza di verme o mosca e impedire che l’olio si rovini in breve tempo. Noi lo facciamo sempre per aumentare la stabilità dell’olio ma in casi come questi è ancora più importante”.

Insomma, chi ha la fortuna di avere olive proprie sane, o di essere riuscito ad acquistare per primo dei prodotti di ottima qualità, può stare certo di portare a casa un buon risultato. Qualcuno potrebbe anche essere tentato di vendere olive o olio a terzi, visti i prezzi molto alti, ma naturalmente chi mette tanta cura in campo e frantoio ha tutto l’interesse a vendere un prodotto di eccellenza con il proprio marchio. “A essere in difficoltà – prosegue Marco Scanu – sono soprattutto gli imbottigliatori; molti erano abituati a comprare olio a basso prezzo per venderlo a cifre ridicole, e ora invece si trovano a dover comprare prodotto ugualmente scadente a prezzi altissimi senza poter alzare più di tanto il prezzo finale visto che hanno già bloccato il prezzo con i loro clienti. Il risultato potrebbe essere tanto olio straniero di bassa qualità visto che altri Paesi del Mediterraneo, pur avendo gli stessi problemi, sono storicamente più competitivi di noi sui prezzi”.

Proprio in questa annata difficile Dievole – che d’altronde aveva esordito con l’extravergine nel “terribile” 2014 sorprendendo tutti per la qualità eccellente e la politica di trasparenza – ha inoltre deciso di presentare un nuovo prodotto, il Primo Raccolto https://www.lsdm.it/2016/09/19/dievole-arriva-primo-raccolto/ : “Per noi è stata soprattutto un’esigenza tecnica; i nostri clienti, soprattutto i ristoratori, ci chiedono di avere l’olio nuovo appena possibile ma in realtà serve tempo perché il prodotto si stabilizzi e per poter essere sicuri di avere lotti omogenei. In questo modo, dal 15 Ottobre al 15 Novembre era possibile ordinare in anteprima l’olio delle prime lavorazioni etichettato con la data di lavorazione, mentre dal 16 Novembre in poi procediamo a imbottigliare le diverse partite con le etichette “definitive”. Questo alla fine si è rivelato anche un buono strumento di marketing, o meglio di comunicazione, aiutandoci a far capire che l’olio è un prodotto naturale che dipende da tanti fattori: zone, giornate, clima, cultivar etc. La sua diversità è parte del suo fascino”.

di Luciana Squadrilli

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