16 Dicembre 2015

Fritto? Si, a patto che sia perfetto

Pellegrino Artusi: ricco o povero e il fritto a regola d’arte, una golosità per tutti.

La frittura: di ortaggi, frutta, dolci, carni, pesci; dorata e croccante è un pilastro indiscutibile della tradizione culinaria italiana. Preparata, in ogni epoca nelle cucine aristocratiche e in quelle popolari, rende golosa qualsiasi cosa infarinata, pastellata, o tuffata nel pangrattato e tuffata nell’olio bollente.

Pellegrino Artusi, nella sua “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” trattato che alla fine dell’Ottocento ha segnato uno spartiacque nella codifica del buon mangiare del Belpaese, vi dedica una capitolo specifico in cui vengono spiegate in dettaglio ben 63 ricette, grande assortimento e dimostrazione che tutto si può friggere: alimenti nobili e di prima scelta ma anche avanzi, pane raffermo, frattaglie.

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il “Cuoppo” di alici fritte di Gaetano e Pasquale Torrente

Nel capitolo delle basi di pasta una pagina è dedicata alla pastella in cui vengono spiegate due ricette, la numero 156 adatta a tutti gli ingredienti, richiamata nelle altri capitoli ogni volta la preparazione prevede un tuffo in grasso bollente e la 157 specifica per le carni. Con il trattato di Pellegrino Artusi  l’antico e vero detto popolare “fritte sono buone anche le suole delle scarpe” ha avuto riconoscimento culturale e gastronomico.

La frittura italiana sarà uno dei temi di #lsdm 2016 in collaborazione con Frienn

Di Laura Guerra

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